Chi ha spostato il mio formaggio? È il titolo di un libro di Johnson Spencer che testimonia la difficoltà di adattarsi ai cambiamenti, di essere flessibili e di conservare un’identità nel mondo che cambia, senza lasciarsi travolgere dal
cambiamento. In passato si era abituati a situazioni più tranquille, oggi è necessario essere capaci di cambiare, essere più flessibili nei riguardi del mondo che cambia, dovendo imparare a districarsi nelle regole del gioco del nuovo sistema.
Al professionista di oggi la società richiede qualcosa in più rispetto al passato; lo chiede a volte senza dargli la possibilità di avere a disposizione gli strumenti idonei per potersi aggiornare e formare rispetto alle nuove necessità.
Le nuove generazioni sono diverse in tutto ed hanno un linguaggio nuovo, al “passo” con i tempi, per certi aspetti paradossale ed incomprensibile, ma certamente è un linguaggio che riflette la cultura odierna.
Pertanto, la prevenzione e la gestione dello stress lavorativo in ambito scolastico deve prevedere interventi sia a livello organizzativo che individuale, nella consapevolezza di dover rivolgere una particolare attenzione alla gestione delle risorse umane, alla valorizzazione della professionalità come principale risorsa di efficacia.
A livello organizzativo la scuola sta cambiando, ma la direzione che sta prendendo non è molto chiara; a questo livello appare importante promuovere nuove modalità operative che garantiscano l’introduzione di concetti come:
- la chiara definizione dei ruoli
- la trasparenza e la concretezza delle finalità e degli obiettivi
- la necessità di lavorare in team e di sviluppare idonei modelli di leadership
Questo non può prescindere da una progressiva responsabilizzazione degli operatori (empowerment) che consenta di sviluppare nuove opportunità di crescita professionale attraverso un percorso formativo specifico.
La formazione alla professione è la premessa indispensabile per poter prevenire condizioni di disadattamento lavorativo; essa deve prevedere uno sviluppo continuo, deve durare per tutta la vita professionale ed estendersi a più aree di interesse scientifico e manageriale.
Nella Scuola, come in Sanità, e soprattutto nelle professioni d’aiuto o helping professions, l’acquisizione di nozioni (aspetti tecnici) non è sufficiente a garantire una buona professionalità; occorrono competenze psicologiche e manageriali che si acquisiscono attraverso specifiche strategie di apprendimento. In particolare è importante lavorare sugli aspetti psicologici della propria professione al fine di entrare in contatto con le proprie emozioni ed essere in grado di entrare in relazione (empatia) con gli altri, e quindi con gli alunni, per comprendere i bisogni e riuscire a comunicare con efficacia.
Per Daniel Goleman la competenza è un aspetto personale o un insieme di abitudini che conduce a prestazioni lavorative e professionali più efficaci o comunque superiori. Tale competenza personale include fattori come:
- consapevolezza di sé
- padronanza di sé
- motivazione
- empatia
- abilità sociali
In questo modo è possibile trasformare lo stress da negativo a positivo, da patologia a fattore di promozione del benessere, da disagio a motivo di rinnovamento e occasione di crescita.
Lo stress positivo racchiude la capacità di risolvere i problemi senza perdere tempo in inutili vittimismi, il mantenimento delle aspettative lavorative ad un livello realistico e la capacità di risolvere le situazioni conflittuali intuendo e sviluppando solo le opportunità migliori.
La gestione dello stress lavorativo nella scuola che cambia rappresenta quindi un’opportunità da non perdere.
Bibliografia
Pellegrino F, Lo stress lavorativo nella scuola che cambia, in Acanfora L, Come logora insegnare, Edizioni magi, Roma, 2002.
Pellegrino F, La sindrome del burn-out, Centro Scientifico Editore, Torino, 2009
Pellegrino F, Stress negativo, stress positivo, Positive Press, Verona, 2000
Acanfora L, Concilio L, Pellegrino F, Come logora insegnare! Lo stress da lavoro ha un nome: burn-out. Come riconoscere i sintomi. RAS, Rassegna dell’Autonomia Scolastica, 12/02