Il piccolo principe
Antoine de Saint-Exupéry
1943
La paura è una componente inevitabile della vita
Ma il mio disegno non rappresentava un cappello:
era un boa che digeriva un elefante.
Perché gli adulti vedono un cappello? Non hanno paura?
Il bambino ha paura, vede un «cucciolo inghiottito».
È la paura che deve affrontare per crescere.
Gli adulti sanno rimuovere, l’indurimento del loro animo porta alla rimozione delle paure, ma anche dei bisogni infantili e dei desideri elementari dell’uomo.
... Lascia stare il boa e applicati alla geografia, alla storia, all'aritmetica e alla grammatica…
Il bambino interiore che è dentro di noi è stato sepolto dalla razionalità.
L’adulto ha messo da parte lo spirito infantile, noncurante delle proprie emozioni e desideri ma anche delle proprie angosce.
Si è letteralmente irrigidito, ha perso gli orizzonti aperti del fanciullo, ha smesso di sperare.
… I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta… Ho incontrato molte persone importanti nella mia vita… Ma l’opinione che avevo di loro non è molto migliorata.
Le nostre paure
Quali sono le nostre paure?
Certo è che il nostro pilota si trova bloccato nel deserto del Sahara: si accinge a riparare da solo il piccolo aereo, deve farcela!
Tutti possiamo volare, l’uomo ama volare, ma la caduta segna la crisi.
La crisi arriva, può essere devastante e paralizzate, ma può essere anche l’occasione per aprirsi al cambiamento.
Nella crisi ci si sente soli.
... La prima notte dormii sulla sabbia… Ero più isolato di un marinaio abbandonato in mezzo all’oceano, su una zattera, dopo un naufragio.
Crisi e liberazione
Il deserto diventa il luogo dell’incontro dell’uomo con sé stesso; nel deserto, luogo amorfo per eccellenza, l’uomo può ritrovare la vera motivazione alla vita.
Nella crisi ci si ritrova a pensare ai propri limiti e a riflettere sulle opportunità che derivano dal riscoprire sé stessi: è l’incontro con il piccolo principe che è in ciascuno di noi!
La sorpresa:
Mi strofinai gli occhi più volte guardandomi attentamente intorno.
E vidi una straordinaria personcina che mi stava esaminando con grande serietà. ...
L’alter ego
Eppure il mio ometto non sembrava smarrito in mezzo alle sabbie, né tramortito per la fatica, o per la fame, o per la sete, o per la paura.
Il pilota precipitato a terra incontra così sé stesso, il fanciullo che ogni persona ha dentro di sé, il suo vero IO.
Non è facile ritrovare sé stessi:
Ci misi molto tempo a capire da dove venisse. Il piccolo principe, che mi faceva una domanda dopo l’altra, pareva che non sentisse mai le mie…
Il bambino che è in noi è il nucleo vitale dell’esistenza, ci consente di osservare il mondo con gli occhi infantili; non è stato ancora «compresso», «pressato», «contaminato» dalla società.
Ci si può chiedere quali sono i valori essenziali della vita, quali sono gli affetti più cari, gli obiettivi meglio sostenibili; una vera opportunità per riorganizzare la vita.
Non avevo mai disegnato una pecora e allora feci per lui uno di quei due disegni che avevo fatto tante volte…. «Questa è soltanto la sua cassetta. La pecora che volevi è dentro»… fui molto sorpreso di vedere il viso del mio piccolo giudice illuminarsi…
Cognizioni ed emozioni
Da una parte l’uomo è solo e non ha consapevolezza delle proprie emozioni, il mondo emotivo ha bisogno del supporto della ragione:
<<C’era una volta un piccolo principe che viveva su di un pianeta poco più grande di lui e aveva bisogno di un amico…>>
Forse il più grande desiderio dell’uomo è riconciliare gli aspetti razionali ed emotivi della propria mente.
Se vi ho raccontato tanti particolari sull’asteroide B 612 e se vi ho rivelato il suo numero è proprio per i grandi che amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali… Ma certo, noi che comprendiamo la vita, noi ce ne infischiamo dei numeri! …
Muoversi in un mondo pericoloso
Ma il piccolo principe ha un grande senso di responsabilità:
<<Dopo che ci si è lavati al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta. Serve impegnarsi con costanza per estirpare i baobab appena li si distingue dai rosai ai quali somigliano molto quando sono piccoli>>.
Nonostante tutto non può abbassare la guardia; i pericoli si nascondono ovunque, a volte non sono facilmente riconoscibili, tuttavia continuano a minacciarlo.
E su indicazione del piccolo principe ho disegnato quel pianeta…. Ma il pericolo dei baobab è così poco conosciuto… E dico: <<Bambini! Fate attenzione ai baobab!>>.
Diventare adulti
La rosa del piccolo principe è bella, ma ha le spine: può un bel fiore essere spinoso?
<<I fiori sono deboli. Sono ingenui. Si rassicurano come possono. Si credono terribili con le spine...>>
Il pilota cerca di rassicurare il piccolo principe. Il mondo interiore che sta emergendo deve fare i conti con il bello e il brutto, il buono e il cattivo, con ciò che sembra pericoloso e ciò che effettivamente lo è.
Ma non abbiamo confidenza con il piccolo principe, non lo conosciamo bene, sappiamo solo che ci appartiene!
… C’era un piccolo principe da consolare… Non sapevo bene cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro. Non sapevo come toccarlo, come raggiungerlo…
Il confronto
Quali sono i ricordi del passato che ci rattristano, cosa non abbiamo valutato con attenzione, quali errori abbiamo commesso?
Nel ritrovare il piccolo principe ci accorgiamo di aver fatto degli errori di valutazione, di non conoscere bene il mondo interiore, di essere increduli rispetto a certi comportamenti; ci si può sentire disorientati, ma comunque contenti di come sia importante riscoprire l’alter ego!
… Non ho saputo capire niente di allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole… Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie.
I fiori sono così contraddittori! Ma ero troppo giovane per saperlo amare.
Il distacco
Il piccolo principe prima di staccarsi dal suo pianeta cerca di lasciare tutto in ordine; ha bisogno di crescere, di trovare un modo nuovo per affrontare la vita.
I suoi dubbi, le sue incertezze, la sua indecisione, la sua premura di sistemare ogni cosa celano le sue preoccupazioni, la nostalgia di ciò che è stato e la paura del cambiamento.
Andar via dal pianeta indica così la voglia di rimettersi in gioco.
«Ma sì ti voglio bene» – disse il fiore – «e tu non l’hai saputo per colpa mia»… Cerca di essere felice… «Non indugiare così, è irritante. Hai deciso di partire e allora vattene».
L’alter ego alla ricerca di un senso
Muoversi alla ricerca di sé stessi non è semplice; impariamo molto dagli altri, man mano che si diventa adulti si cercano modelli da imitare, i «miti» dell’infanzia rappresentano gli ideali. Ed è proprio la caduta di questi miti che consente la nascita del vero Sé.
E’ importante sapersi confrontare con gli altri avendo cura di comprendere le proprie reali esigenze, svincolate da dinamiche nevrotiche.
Il piccolo principe va così alla scoperta di altri mondi… e questi mondi gli rivelano gli aspetti nascosti della «nostra personalità!»
… il piccolo principe si trovava nella regione degli asteroidi… Cominciò a visitarli per cercare un’occupazione ed istruirsi.
I modelli
Il primo asteroide era abitato da un re:
Aveva un’aria di grande autorità. Son ben strani i grandi, si disse il piccolo principe durante il viaggio.
Il secondo asteroide era abitato da un vanitoso:
I vanitosi non sentono altro che le lodi. Mi ammiri molto, veramente? … Decisamente i grandi sono ben bizzarri…
il terzo asteroide era abitato da un ubriacone:
Il piccolo principe se ne andò perplesso.
… Megalomania, desiderio nevrotico di mettersi in mostra, di farsi ammirare, povertà emotiva, dipendenza:
il piccolo principe si accorge della realtà che lo circonda, riflette ma mantiene la giusta distanza.
Non ha parole per l’»ubriacone», è avvilito, prova una profonda malinconia, non riesce a comprendere perché mai un uomo debba «drogarsi».
Il quarto asteroide era abitato da un uomo d’affari:
<<Io>> – disse il piccolo principe – <<possiedo un fiore che innaffio tutti i giorni… ed è utile al mio fiore che io lo possegga. Ma tu non sei utile alle stelle...>>
Il quinto asteroide era abitato dall’uomo che accendeva il lampione:
quest’uomo… sarebbe disprezzato da tutti… Tuttavia è il solo che mi sembri meno ridicolo.
Il sesto pianeta era abitato da un vecchio signore che scriveva degli enormi libri:
il mio fiore è effimero, si disse il piccolo principe, e non ha che quattro spine per difendersi dal mondo! Ed io l’ho lasciato solo!
… Quali sono le cose essenziali della vita? Possedere una «stella» o avere l’«affetto» di un fiore?
Immersi nelle nostre ossessioni si rimane ancorati a schemi nevrotici, senza rendersi conto che la razionalità da sola, svincolata dall’empatia, inaridisce l’uomo.
Superare i limiti
Il settimo pianeta fu dunque la Terra che non è un pianeta qualsiasi!
Oramai è chiaro: questi «alieni» siamo noi e siamo... molto, molto bizzarri.
Dovremmo imparare a riconoscere il maniaco del potere, il vanitoso, il dipendente, l’affarista, il nevrotico, lo scienziato senza emozioni.
Uscire da queste trappole, da dimensioni umane costrittive e penalizzanti, diventa un imperativo importante per l’uomo.
La Terra non è un pianeta qualsiasi! Ci si contano cento e undici re… settemila geografi, novecentomila uomini d’affari, sette milioni e mezzo di ubriaconi, trecentododici milioni di vanitosi…
Il piccolo principe, arrivato sulla Terra, fu molto sorpreso di non vedere nessuno. Aveva già paura di essersi sbagliato di pianeta, quando un anello del colore della luna si mosse nella sabbia.
Nella solitudine del deserto il piccolo principe chiede al serpente:
<<Dove sono gli uomini?>> … <<Si è un po’ soli nel deserto…>>
Nell’attraversare il deserto il piccolo principe incontra un fiore e chiede degli uomini:
<<Gli uomini? Ne esistono, credo, sei o sette… Non hanno radici, e questo li imbarazza molto>>.
La verità è che
«Si è soli anche con gli uomini» disse il serpente che aggiunse: «Mi fai pena, tu così debole, su questa Terra di granito».
I valori
Il piccolo principe scalò un’alta montagna… «Buongiorno!», disse a caso.
«Buon giorno... buon giorno... buon giorno» rispose l’eco.
<<Chi siete?>>
Dell’uomo nessuna traccia.
Ad un certo punto trova un giardino pieno di rose. Ma lui aveva solo un fiore, pensava di essere ricco… ma si rese conto che esistono mille altri fiori:
<<Lei (la rosa) e i miei tre vulcani… non fanno di me un principe molto importante…>> E, seduto sull’erba, piangeva.
Cosa desidera il piccolo principe? Sta scoprendo un nuovo mondo, ma questo mondo cosa potrà dargli? E ciò che aveva non era sufficiente a farlo stare bene?
Perché il piccolo principe aveva lasciato il «suo fiore»? Ora ha tanta nostalgia, e si è reso conto che il suo fiore è unico, anche se il mondo è pieno di tanti altri fiori.
Addomesticare
Così incontrò la volpe, le chiese di giocare con lui. Ma la volpe si rifiutò, non era «addomesticata».
Addomesticare vuol dire «creare legami»:
<<Se tu mi addomestichi – disse la volpe – noi avremo bisogno l’uno dell’altro…>>... <<Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla… Se tu vuoi un amico addomesticami!>>
Così la volpe lo invitò a ritornare dalle rose per comprendere quanto siano importanti gli affetti, è ciò che fa la differenza. Ci vuole «pazienza» nel costruire le relazioni, ma oggi non c’è tempo e responsabilità. Così la volpe ricordò al piccolo principe che:
<<...Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato...>>.
<<Io sono responsabile della mia rosa…» ripeté il piccolo principe per ricordarselo.
Il messaggio è chiaro: quando si lasciano gli affetti più cari si rinuncia alla responsabilità.
Il tempo e lo spazio
Poi incontra il controllore che smistava i viaggiatori… gente che correva, ma dove andava? Semplicemente si spostava, senza senso
«Non si è mai contenti dove si sta» Ma dove vanno…? «Non inseguono nulla».
In tutto questo non c’è un momento di tranquillità, tutto viaggia così di corsa, non si ha il tempo per riflettere e porsi degli obiettivi sostenibili.
E’ questo l’uomo moderno: rincorre il tempo, ha il terrore di perdere qualcosa, in uno spazio sempre più ridimensionato.
Internet, l’alta velocità, la delocalizzazione delle imprese, le multinazionali, la corsa al consumo, hanno reso tutto più «effimero», così l’uomo, in una nuova dimensione temporale e spaziale corre il rischio di perdere di vista sé stesso.
Risparmiare tempo?
Poi incontra il mercante
«Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere».
Un bel risparmio di tempo, non credete?
A questo punto il pilota si accorge che il tempo passa, che l’aeroplano è guasto e che sta per finire l’acqua.
Occorre darsi da fare e andare alla ricerca di un pozzo!
Bere una sola volta alla settimana, così si risparmierebbero cinquantatré minuti.
<<E cosa se ne fa di questi cinquantatré minuti... Io se avessi cinquantatré minuti?>>
Come utilizzare il tempo che si risparmierebbe?
Questo passaggio è molto incisivo e rispecchia la frenesia dei tempi moderni che ha reso l’uomo inconsapevole che il tempo è un bene ineludibile.
Alla ricerca del pozzo
«Ciò che rende bello il deserto - disse il piccolo principe – è che nasconde un pozzo in qualche luogo…»
Intanto il Piccolo Principe
incominciava ad addormentarsi, io lo presi tra le braccia e mi rimisi in cammino. Ero commosso. Mi sembrava di portare un fragile tesoro… E così camminando, scoprii il pozzo al levar del sole.
Sollevai il secchio fino alle sue labbra. Bevette con gli occhi chiusi. Era dolce come una festa, quest’acqua era ben altra cosa che un alimento.
<<Da te, gli uomini>>, disse il piccolo principe, <<coltivano cinquemila rose nello stesso giardino… e non trovano quello che cercano…>>... <<E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua...>>
Il vero alimento è la gioia dell’essere consapevole di ciò che è veramente essenziale per vivere.
C’è sempre un pozzo nel deserto
Hanno raggiunto il pozzo ed hanno bevuto; perché il piccolo principe è triste? Si è lasciato addomesticare dal pilota? E il pilota deve ritornare al suo motore?
Ovunque c’è un deserto, c’è anche un pozzo. Anche nella crisi più profonda c’è la speranza.
La crisi segna la fine di una storia e l’inizio di una nuova vita.
Nella crisi il pilota ha finalmente trovato il «suo bambino interiore», con la sua gioia di vita e la sua innocenza.
E’ l’inizio di un nuovo cammino. Ma non sarà più come prima.
Nostalgia
Ed ora, dov’è il piccolo principe?
... Ma so che è ritornato sul suo pianeta, perché al levar del giorno, non ho ritrovato il suo corpo.
… <<Che cosa sarà successo sul suo pianeta...?>> … <<... Il piccolo principe mette il suo fiore tutte le notti sotto la sua campana di vetro, e sorveglia bene la sua pecora...>> Allora sono felice.
Per voi che pure volete bene al piccolo principe… tutto cambia nell’universo se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non conosciamo ha, sì o no, mangiato una rosa.
L’incontro con l’alter ego
Non è facile cogliere la profondità del «Piccolo Principe»:
… Perché non mi piace che si legga il mio libro alla leggera… Sono già sei anni che il mio amico se ne è andato con la sua pecora e io cerco di descriverlo per non dimenticarlo. E’ triste dimenticare un amico. Il mio amico non mi dava mai delle spiegazioni… Può darsi che io sia un po’ come i grandi. Devo essere invecchiato.
Non è facile ritrovare sé stessi; da grandi ci si sente forti ed invincibili: l’incontro con l’alter ego diventa così una sfida.
Ieri e oggi
Le Petit Prince, 1943 - disegno
Il Piccolo Principe, 2020 - scultura
La favola del ragazzino dai capelli d'oro continua...
... in ogni forma d'arte.
Bibliografia
• Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe -Tascabili Bompiani-Giunti Editore.
Testo in corsivo: Antoine de Saint-Exupéry - Il piccolo principe, Bompiani Editore
Illustrazioni: Antoine de Saint-Exupéry - Il piccolo principe, Bompiani Editore.
Scultura: Rita Cafaro.
Pubblicato nel 1943, Il Piccolo Principe è un long seller internazionale, un testo chiave di formazione. Antoine de Saint-Exupéry, il suo autore, era un aviatore e un umanista. Qualche mese dopo l'apparizione del suo capolavoro, scomparve in aereo sul Mar Mediterraneo.
Ma la favola del ragazzino dai capelli d'oro continua.
Andrebbe letto ogni due o tre anni perché come dice Antoine: <<Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano>>.
• F. Pellegrino, Personalità ed autoefficacia, Springer, Milano, 2010
• F. Pellegrino, Essere o non essere leader, Positive Press, Verona, 2012