Webinar formativo
La gestione dello stress in ambito lavorativo
al tempo del covid-19
le ricadute per il cittadino
stress lavorativo al tempo del covid-19
Definizione
risposta aspecifica dell’organismo agli eventi della vita
risposta specifica dell’organismo agli eventi della vita
risposta specifica dell’organismo agli eventi della vita sulla base di una valutazione cognitivo-emotiva della persona
risposta aspecifica dell’organismo agli eventi della vita mediata dal talamo e dal cervelletto
come lo viviamo?
pone un filtro tra la realtà interna ed esterna
altera la visione della realtà
favorisce l’insorgenza di quadri psicopatologici
si associa a fenomeni di depersonalizzazione e derealizzazione
emergenza
Ci si è trovati tutti in prima linea ad affrontare un’emergenza senza precedenti, un’emergenza che ha mille sfaccettature e risvolti, con inevitabili conseguenze sul piano psicologico.
Davanti ad uno scenario di stress e tensione, l’individuo sta rispondendo con grande tenacia, tirando fuori il meglio di sé.
Ed ora che lo scenario sta cambiando, inizia a chiedersi cosa sia successo, cosa accadrà, come la vita cambierà e quale sarà lo scenario futuro.
post emergenza
In questa nuova fase si inizia ad avere anche fiducia, dopo aver sperimentato l’impotenza assoluta rispetto al coronavirus, ora ci si sente più forti, ma comunque ancora pieni di paura.
Ciò che rafforza la reazione da stress è la sensazione di impotenza, la sensazione di non poter controllare un bel niente; ciò genera frustrazione e demotivazione, sfiducia, ansia e depressione.
Ora si ha più speranza, ma rimangono le ansie e le preoccupazioni per il futuro.
Ci sono molti limiti ed ostacoli da superare.
Cosa può comportare?
Lo stress quale emerge dall’esperienza del Covid-19 può comportare:
reazioni acute da stress
disturbi da stress-post traumatico
slatentizzazione o riacutizzazione di disturbi psichici, come l’ansia e la depressione
fenomeni come la sindrome del burn-out
riattivazione o emergenza della resilienza
stress lavorativo al tempo del covid-19
Definizione
risposta aspecifica dell’organismo agli eventi della vita
risposta specifica dell’organismo agli eventi della vita
risposta specifica dell’organismo agli eventi della vita sulla base di una valutazione cognitivo-emotiva della persona
risposta aspecifica dell’organismo agli eventi della vita mediata dal talamo e dal cervelletto
come lo viviamo?
pone un filtro tra la realtà interna ed esterna
altera la visione della realtà
favorisce l’insorgenza di quadri psicopatologici
si associa a fenomeni di depersonalizzazione e derealizzazione
emergenza
Ci si è trovati tutti in prima linea ad affrontare un’emergenza senza precedenti, un’emergenza che ha mille sfaccettature e risvolti, con inevitabili conseguenze sul piano psicologico.
Davanti ad uno scenario di stress e tensione, l’individuo sta rispondendo con grande tenacia, tirando fuori il meglio di sé.
Ed ora che lo scenario sta cambiando, inizia a chiedersi cosa sia successo, cosa accadrà, come la vita cambierà e quale sarà lo scenario futuro.
post emergenza
In questa nuova fase si inizia ad avere anche fiducia, dopo aver sperimentato l’impotenza assoluta rispetto al coronavirus, ora ci si sente più forti, ma comunque ancora pieni di paura.
Ciò che rafforza la reazione da stress è la sensazione di impotenza, la sensazione di non poter controllare un bel niente; ciò genera frustrazione e demotivazione, sfiducia, ansia e depressione.
Ora si ha più speranza, ma rimangono le ansie e le preoccupazioni per il futuro.
Ci sono molti limiti ed ostacoli da superare.
Cosa può comportare
Lo stress quale emerge dall’esperienza del Covid-19 può comportare:
reazioni acute da stress
disturbi da stress-post traumatico
slatentizzazione o riacutizzazione di disturbi psichici, come l’ansia e la depressione
fenomeni come la sindrome del burn-out
riattivazione o emergenza della resilienza
Che cos'è lo stress?
Hans Selye, 1936
“Una reazione aspecifica dell'organismo a qualsiasi stimolo esterno o interno, di tale intensità da provocare meccanismi di adattamento e riadattamento atti a ristabilire l'omeostasi”.
Mediata da una valutazione cognitivo-emotiva
Eventi traumatici simili vissuti allo stesso modo da diverse persone daranno risposte diverse, non tutte avranno conseguenze negative:
molte persone ne trarranno un vantaggio in termini di consapevolezza esistenziale e di identità, mentre altre svilupperanno situazioni di disagio psichico o vere patologie da stress.
Questo perché si concretizza una condizione di
iperarousal psicofisiologico
iperattivazione del sistema nervoso simpatico e parasimpatico
destabilizzazione della funzionalità cognitiva ed emotiva della persona.
Si tratta di una reazione di adattamento
una scelta?
Rispetto agli eventi della vita il soggetto risponde sulla base del proprio profilo di personalità e del contesto di appartenenza,
operando una valutazione sia cognitiva che emotiva.
Se la risposta è adeguata si parla di eustress (stress positivo), se non è adattiva di distress (stress negativo).
prestazioni psico-fisiche
livello di ansia
Che cos'è lo stress?
Hans Selye, 1936
“Una reazione aspecifica dell'organismo a qualsiasi stimolo esterno o interno, di tale intensità da provocare meccanismi di adattamento e riadattamento atti a ristabilire l'omeostasi”.
Mediata da una valutazione cognitivo-emotiva
Eventi traumatici simili vissuti allo stesso modo da diverse persone daranno risposte diverse, non tutte avranno conseguenze negative:
molte persone ne trarranno un vantaggio in termini di consapevolezza esistenziale e di identità, mentre altre svilupperanno situazioni di disagio psichico o vere patologie da stress.
Questo perché si concretizza una condizione di
iperarousal psicofisiologico
iperattivazione del sistema nervoso simpatico e parasimpatico
destabilizzazione della funzionalità cognitiva ed emotiva della persona.
Si tratta di una reazione di adattamento
una scelta?
Rispetto agli eventi della vita il soggetto risponde sulla base del proprio profilo di personalità e del contesto di appartenenza,
operando una valutazione sia cognitiva che emotiva.
Se la risposta è adeguata si parla di eustress (stress positivo), se non è adattiva di distress (stress negativo).
prestazioni psico-fisiche
livello di ansia
la risposta al pericolo
general adaptation syndrome
reazione di allarme
fase di resistenza
fase di esaurimento
Il trauma esita in una fondamentale trasformazione del modo in cui mente e cervello organizzano le percezioni: cambia il modo di pensare e la capacità di pensare di un individuo.
… il corpo ha bisogno di apprendere che il pericolo è passato e di vivere nella realtà presente
Dopo il trauma il mondo è percepito con un sistema nervoso differente: anche molto tempo dopo l’evento minaccioso, il cervello può persistere nell’inviare al corpo segnali di fuga da una minaccia che non esiste più.
L’esposizione al trauma o allo stress può avere come conseguenza un’ampia gamma di sintomi, a seconda dell’età, della precedente esposizione a traumi, del temperamento e dei fattori ambientali
Sintomi internalizzanti
Sintomi esternalizzanti
la risposta al pericolo
general adaptation syndrome
reazione di allarme
fase di resistenza
fase di esaurimento
Il trauma esita in una fondamentale trasformazione del modo in cui mente e cervello organizzano le percezioni: cambia il modo di pensare e la capacità di pensare di un individuo.
… il corpo ha bisogno di apprendere che il pericolo è passato e di vivere nella realtà presente
Dopo il trauma il mondo è percepito con un sistema nervoso differente: anche molto tempo dopo l’evento minaccioso, il cervello può persistere nell’inviare al corpo segnali di fuga da una minaccia che non esiste più.
L’esposizione al trauma o allo stress può avere come conseguenza un’ampia gamma di sintomi, a seconda dell’età, della precedente esposizione a traumi, del temperamento e dei fattori ambientali
Sintomi internalizzanti
Sintomi esternalizzanti
stress, trauma e covid-19
emergenza sanitaria
L’emergenza sanitaria legata al coronavirsus ha, ed avrà, un impatto notevole sull’economia psichica dell’individuo sia per l’esperienza diretta o indiretta di esposizione al virus, sia per le misure di isolamento sociale adottate per contenere l’espansione virale, e per il clima generale di grande tensione che si è venuto a creare.
Dal punto di vista psicologico la popolazione è esposta ad un trauma inusuale, di portata eccezionale che ha sconvolto la vita di tutti; quello che sembrava un nemico lontano, appartenente ad un altro mondo, è arrivato in ogni luogo e famiglia con effetti psicologici devastanti.
L’esposizione ad un evento stressante di tale portata non può non avere risvolti psicologici e psicopatologici di rilevanza clinica, ben oltre lo spettro dei disturbi ansiosi.
allerta persistente
L’ansia è una delle manifestazioni più evidenti nell’esposizione ad eventi traumatici; si tratta di un’ansia che si identifica con una condizione di allerta persistente.
insonnia
difficoltà alla concentrazione
palpitazioni
mal di testa
facile irritabilità
sudorazione
inappetenza o iperalimentazione
disturbi gastrointestinali
sensazione di soffocamento
ipervigilanza
incremento del fumo di sigarette
pessimismo
A questi sintomi si può associare una dimensione depressiva, in cui il soggetto inizia a sentirsi giù di tono, ad essere meno interessato all’ambiente circostante, ad isolarsi, ad avere vissuti di pessimismo.
Si tratta in ogni caso di manifestazioni cliniche che, entro certi limiti, possiamo considerare fisiologiche, “adattive”, utili a superare il momento di crisi.
Si possono tuttavia strutturare in veri disturbi, come la depressione maggiore, il disturbo di panico o il disturbo da stress post-traumatico.
La depressione, o l’ansia e la depressione necessitano di un trattamento specialistico; l’azienda, nell’interesse di tutti, deve favorire tali trattamenti sia perché invalidanti, sia perché se non ben curati favoriscono le assenze per malattia.
stress, trauma e covid-19
emergenza sanitaria
L’emergenza sanitaria legata al coronavirsus ha, ed avrà, un impatto notevole sull’economia psichica dell’individuo sia per l’esperienza diretta o indiretta di esposizione al virus, sia per le misure di isolamento sociale adottate per contenere l’espansione virale, e per il clima generale di grande tensione che si è venuto a creare.
Dal punto di vista psicologico la popolazione è esposta ad un trauma inusuale, di portata eccezionale che ha sconvolto la vita di tutti; quello che sembrava un nemico lontano, appartenente ad un altro mondo, è arrivato in ogni luogo e famiglia con effetti psicologici devastanti.
L’esposizione ad un evento stressante di tale portata non può non avere risvolti psicologici e psicopatologici di rilevanza clinica, ben oltre lo spettro dei disturbi ansiosi.
allerta persistente
L’ansia è una delle manifestazioni più evidenti nell’esposizione ad eventi traumatici; si tratta di un’ansia che si identifica con una condizione di allerta persistente.
insonnia
difficoltà alla concentrazione
palpitazioni
mal di testa
facile irritabilità
sudorazione
inappetenza o iperalimentazione
disturbi gastrointestinali
sensazione di soffocamento
ipervigilanza
incremento del fumo di sigarette
pessimismo
A questi sintomi si può associare una dimensione depressiva, in cui il soggetto inizia a sentirsi giù di tono, ad essere meno interessato all’ambiente circostante, ad isolarsi, ad avere vissuti di pessimismo.
Si tratta in ogni caso di manifestazioni cliniche che, entro certi limiti, possiamo considerare fisiologiche, “adattive”, utili a superare il momento di crisi.
Si possono tuttavia strutturare in veri disturbi, come la depressione maggiore, il disturbo di panico o il disturbo da stress post-traumatico.
La depressione, o l’ansia e la depressione necessitano di un trattamento specialistico; l’azienda, nell’interesse di tutti, deve favorire tali trattamenti sia perché invalidanti, sia perché se non ben curati favoriscono le assenze per malattia.
la risposta al pericolo
"ho una grave malattia?"
Una particolare attenzione va rivolta al Disturbo da ansia di malattia dove il paziente è “preoccupato di avere o contrarre una grave malattia”, è presente un notevole livello di ansia ed un persistente livello di allerta rispetto a sintomi “rilevatori di uno stato di malattia”, come ad esempio misurarsi la temperatura corporea o controllare “il proprio respiro” in maniera ossessiva e ripetitiva, ricorrere in modo insistente al medico o al farmacista.
Si tratta di persone non facili da rassicurare e spesso non responsivi al trattamento farmacologico; è di aiuto un approccio psicologico idoneo a sostenere le loro angosce e i loro timori.
Disturbo insidioso perché genera continue richieste di prestazioni mediche, non vi è consapevolezza del disagio psichico; difficile da contenere.
In questo clima di grande paura ed incertezza possono manifestarsi anche
disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici
In particolare l’osservazione clinica ha fatto evidenziare un incremento di quadri clinici caratterizzati da un nucleo ideativo a contenuto persecutorio.
Può favorire un comportamento sostenuto da sospettosità, in alcune persone è possibile la comparsa di un franco delirio (delirio di contaminazione / persecuzione).
In questo clima di grande paura ed incertezza possono manifestarsi anche
i disturbi ossessivo-compulsivi
L’altro spettro di disturbi è legato a comportamenti ossessivi: lavarsi continuamente le mani, disinfettarsi senza limiti, lavare di continuo la mascherina, non uscire di casa neanche per necessità essenziali per paura di prendere il virus, tenere sempre le porte e le finestre chiuse, dover controllare e ricontrollare di continuo se “dalle finestre filtra qualcosa”, sono sintomi clinici indicativi di un nucleo ossessivo che tende a compromettere la funzionalità globale del soggetto.
Questi soggetti rispettano oltre il dovuto le prescrizioni in tema di coronavirsus, ma non si sentono mai rassicurati, possono avere veri rituali che tendono a diventare pervasivi ed invalidanti.
Le conseguenze dello stress da trauma, per chi lo vive in prima persona o indirettamente (un familiare deceduto da coronavirus) possono essere molteplici con un’ampia varietà di quadri sintomatologici che danno luogo a disturbi psichici con diversa strutturazione, in rapporto alla natura e alla persistenza del trauma.
Per il Disturbo da stress acuto e per il disturbo da stress post-traumatico il trauma deve comportare l’esposizione a morte reale o minaccia di morte, grave lesione, oppure violenza sessuale.
Disturbi più tipici del post-trauma: sono particolarmente fastidiosi e richiedono un idoneo trattamento specialistico.
esposizione diretta o indiretta
Nella specificità dell’emergenza da coronavirus ci si trova di fronte a due modalità di esposizione al trauma, una diretta e l’altra indiretta:
l’esperienza diretta è data dalla possibilità del contagio, il che mette in pericolo la propria incolumità
quella indiretta è data dall’esposizione al virus dei familiari o di amici: si vive cioè in questi casi - indirettamente - la sofferenza di altre persone.
Attenzione alle modalità di esposizione al trauma; in un’azienda anche l’occorrenza dell’infezione ad un collega può avere la dimensione di un trauma.
la risposta al pericolo
"ho una grave malattia?"
Una particolare attenzione va rivolta al Disturbo da ansia di malattia dove il paziente è “preoccupato di avere o contrarre una grave malattia”, è presente un notevole livello di ansia ed un persistente livello di allerta rispetto a sintomi “rilevatori di uno stato di malattia”, come ad esempio misurarsi la temperatura corporea o controllare “il proprio respiro” in maniera ossessiva e ripetitiva, ricorrere in modo insistente al medico o al farmacista.
Si tratta di persone non facili da rassicurare e spesso non responsivi al trattamento farmacologico; è di aiuto un approccio psicologico idoneo a sostenere le loro angosce e i loro timori.
Disturbo insidioso perché genera continue richieste di prestazioni mediche, non vi è consapevolezza del disagio psichico; difficile da contenere.
In questo clima di grande paura ed incertezza possono manifestarsi anche
disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici
In particolare l’osservazione clinica ha fatto evidenziare un incremento di quadri clinici caratterizzati da un nucleo ideativo a contenuto persecutorio.
Può favorire un comportamento sostenuto da sospettosità, in alcune persone è possibile la comparsa di un franco delirio (delirio di contaminazione / persecuzione).
In questo clima di grande paura ed incertezza possono manifestarsi anche
i disturbi ossessivo-compulsivi
L’altro spettro di disturbi è legato a comportamenti ossessivi: lavarsi continuamente le mani, disinfettarsi senza limiti, lavare di continuo la mascherina, non uscire di casa neanche per necessità essenziali per paura di prendere il virus, tenere sempre le porte e le finestre chiuse, dover controllare e ricontrollare di continuo se “dalle finestre filtra qualcosa”, sono sintomi clinici indicativi di un nucleo ossessivo che tende a compromettere la funzionalità globale del soggetto.
Questi soggetti rispettano oltre il dovuto le prescrizioni in tema di coronavirsus, ma non si sentono mai rassicurati, possono avere veri rituali che tendono a diventare pervasivi ed invalidanti.
Le conseguenze dello stress da trauma, per chi lo vive in prima persona o indirettamente (un familiare deceduto da coronavirus) possono essere molteplici con un’ampia varietà di quadri sintomatologici che danno luogo a disturbi psichici con diversa strutturazione, in rapporto alla natura e alla persistenza del trauma.
Per il Disturbo da stress acuto e per il disturbo da stress post-traumatico il trauma deve comportare l’esposizione a morte reale o minaccia di morte, grave lesione, oppure violenza sessuale.
Disturbi più tipici del post-trauma: sono particolarmente fastidiosi e richiedono un idoneo trattamento specialistico.
esposizione diretta o indiretta
Nella specificità dell’emergenza da coronavirus ci si trova di fronte a due modalità di esposizione al trauma, una diretta e l’altra indiretta:
l’esperienza diretta è data dalla possibilità del contagio, il che mette in pericolo la propria incolumità
quella indiretta è data dall’esposizione al virus dei familiari o di amici: si vive cioè in questi casi - indirettamente - la sofferenza di altre persone.
Attenzione alle modalità di esposizione al trauma; in un’azienda anche l’occorrenza dell’infezione ad un collega può avere la dimensione di un trauma.
la risposta al pericolo - dsm-5
Dal punto di vista nosografico, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’APA (DSM-5) nel capitolo “Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti” descrive il Disturbo da stress acuto e il disturbo da stress post-traumatico.
Il disturbo da stress acuto insorge nell’immediatezza del trauma, non ha le caratteristiche di un disturbo consolidato, bensì di una reattività aspecifica la cui evoluzione non è prevedibile; la sintomatologia è caratterizzata da:
pensieri e/o sogni ricorrenti e pervasivi riguardanti l’esperienza traumatica
flashback (rappresentazione dell’evento vissuta come reale)
sensazione di angoscia psicologica con reazioni fisiche scatenate da tutto ciò che rievoca il trauma
alterazione dei vissuti emotivi, profonda prostrazione e sfiducia
fenomeni di depersonalizzazione (sentirsi un estraneo) e derealizzazione (stato di irrealtà)
disturbi del sonno, della memoria e della concentrazione
condotte di evitamento (si cerca di evitare qualsiasi cosa che rievoca il trauma)
irritabilità, rabbia, condizione di iperarousal psicofisiologico.
Si tratta di sintomi particolarmente angoscianti e che destabilizzano il soggetto, compromettendone la funzionalità oltre che destare vissuti di profonda angoscia esistenziale; laddove questi disturbi persistono per un periodo superiore al mese e diventano più insistenti, il quadro clinico che viene a delinearsi è quello del disturbo da stress post-traumatico, che può dar luogo a quadri clinici di maggiore complessità.
In questi casi è opportuno un intervento specialistico, sia psicologico che farmacologico, precoce in quanto la persistenza della sintomatologia tende a dar luogo a disturbi cronici difficili da gestire.
Un’altra possibile conseguenza, non immediata, dello stato emergenziale in sanità, è la sindrome del burn-out; ma qui il discorso deve essere più ampio e considerare diverse sfaccettature.
Il problema del burn-out potrebbe insorgere in un secondo momento, quando tutto sarà finito e l’individuo si ritroverà a lavorare nelle medesime condizioni (se non peggiori!) di prima, quando riemergeranno le note disfunzioni organizzative dell’azienda.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di Burn-out, ritenendolo un fattore che influenza lo stato di salute o il ricorso ad assistenza sanitaria e lo definisce come una sindrome concettualizzata quale conseguenza dello stress cronico sul posto di lavoro, caratterizzato da tre dimensioni:
sentimenti di esaurimento o esaurimento energetico, maggiore distanza mentale dal proprio lavoro, o sentimenti negativismo o cinismo relativo al proprio lavoro, ridotta efficacia personale.
Il problema potrebbe quindi insorgere in un secondo momento, ecco perché occorre attuare sin d’ora programmi di prevenzione ed interventi di riqualificazione dell’assetto strutturare e funzionale dell’organizzazione aziendale.
Il termine burn-out vuol dire «bruciarsi, esaurirsi, scoppiare, spegnersi» ed indica
un processo inefficace di adattamento al contesto lavorativo
la perdita di motivazione al proprio lavoro
la perdita progressiva di idealismo, energia, obiettivi, si tende a vivere alla giornata
uno stato di affaticamento e frustrazione
una condizione di esaurimento e di ridotta realizzazione personale
la risposta al pericolo - dsm-5
Dal punto di vista nosografico, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’APA (DSM-5) nel capitolo “Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti” descrive il Disturbo da stress acuto e il disturbo da stress post-traumatico.
Il disturbo da stress acuto insorge nell’immediatezza del trauma, non ha le caratteristiche di un disturbo consolidato, bensì di una reattività aspecifica la cui evoluzione non è prevedibile; la sintomatologia è caratterizzata da:
pensieri e/o sogni ricorrenti e pervasivi riguardanti l’esperienza traumatica
flashback (rappresentazione dell’evento vissuta come reale)
sensazione di angoscia psicologica con reazioni fisiche scatenate da tutto ciò che rievoca il trauma
alterazione dei vissuti emotivi, profonda prostrazione e sfiducia
fenomeni di depersonalizzazione (sentirsi un estraneo) e derealizzazione (stato di irrealtà)
disturbi del sonno, della memoria e della concentrazione
condotte di evitamento (si cerca di evitare qualsiasi cosa che rievoca il trauma)
irritabilità, rabbia, condizione di iperarousal psicofisiologico.
Si tratta di sintomi particolarmente angoscianti e che destabilizzano il soggetto, compromettendone la funzionalità oltre che destare vissuti di profonda angoscia esistenziale; laddove questi disturbi persistono per un periodo superiore al mese e diventano più insistenti, il quadro clinico che viene a delinearsi è quello del disturbo da stress post-traumatico, che può dar luogo a quadri clinici di maggiore complessità.
In questi casi è opportuno un intervento specialistico, sia psicologico che farmacologico, precoce in quanto la persistenza della sintomatologia tende a dar luogo a disturbi cronici difficili da gestire.
Un’altra possibile conseguenza, non immediata, dello stato emergenziale in sanità, è la sindrome del burn-out; ma qui il discorso deve essere più ampio e considerare diverse sfaccettature.
Il problema del burn-out potrebbe insorgere in un secondo momento, quando tutto sarà finito e l’individuo si ritroverà a lavorare nelle medesime condizioni (se non peggiori!) di prima, quando riemergeranno le note disfunzioni organizzative dell’azienda.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di Burn-out, ritenendolo un fattore che influenza lo stato di salute o il ricorso ad assistenza sanitaria e lo definisce come una sindrome concettualizzata quale conseguenza dello stress cronico sul posto di lavoro, caratterizzato da tre dimensioni:
sentimenti di esaurimento o esaurimento energetico, maggiore distanza mentale dal proprio lavoro, o sentimenti negativismo o cinismo relativo al proprio lavoro, ridotta efficacia personale.
Il problema potrebbe quindi insorgere in un secondo momento, ecco perché occorre attuare sin d’ora programmi di prevenzione ed interventi di riqualificazione dell’assetto strutturare e funzionale dell’organizzazione aziendale.
Il termine burn-out vuol dire «bruciarsi, esaurirsi, scoppiare, spegnersi» ed indica
un processo inefficace di adattamento al contesto lavorativo
la perdita di motivazione al proprio lavoro
la perdita progressiva di idealismo, energia, obiettivi, si tende a vivere alla giornata
uno stato di affaticamento e frustrazione
una condizione di esaurimento e di ridotta realizzazione personale
la risposta al pericolo
strategie idonee
Lo stato emergenziale può, infine, essere fonte di riadattamento e resilienza.
Rispetto ad una situazione traumatica o particolarmente stressante, la persona può essere in grado di riorganizzare la propria vita alla luce di quanto accaduto.
Se si esamina la reazione da stress si evidenzia come dopo una prima fase di sbandamento, di incredulità, di paura, si iniziano ad attivare dinamiche psicologiche di difesa, che se da un lato possono attivare meccanismi adattivi disfunzionali, dall’altro possono indurre un cambiamento in positivo.
Superata la fase emergenziale caratterizzata quindi prevalentemente da risposte immediate, reattive, in cui occorre mettere tutte le forze disponibili in campo per poterla fronteggiare, la persona inizia a riflettere, inizia a raccogliere gli elementi psicologici che gli possano consentire di sopravvivere, di individuare idonee strategie di adattamento che gli consentano di riorganizzare il proprio futuro partendo dalla realtà così com’è e così come si è trasformata.
In questo modo prende forma la resilienza, dimensione psicologica della
«prontezza ad agire nonostante le difficoltà, i traumi ed i problemi della vita».
Grazie alla resilienza la persona riesce a cogliere nella crisi un’opportunità di crescita potendo riorganizzare la vita in rapporto a quanto successo.
Quale fattore dinamico e flessibile, la resilienza appare quindi come espressione di una personalità matura, in grado di operare scelte audaci in momenti difficili, di andare avanti nella vita, nonostante le difficoltà ed i problemi.
Le Aziende in questo senso devono essere attente alle esigenze dei propri dipendenti ed attivare quelle misure idonee a favorire il superamento, in positivo, di questo periodo emergenziale: il vantaggio sarà sia per l’Azienda che per l’individuo.
Devono poter cogliere in questo momento di crisi l’elemento di opportunità.
la risposta al pericolo
strategie idonee
Lo stato emergenziale può, infine, essere fonte di riadattamento e resilienza.
Rispetto ad una situazione traumatica o particolarmente stressante, la persona può essere in grado di riorganizzare la propria vita alla luce di quanto accaduto.
Se si esamina la reazione da stress si evidenzia come dopo una prima fase di sbandamento, di incredulità, di paura, si iniziano ad attivare dinamiche psicologiche di difesa, che se da un lato possono attivare meccanismi adattivi disfunzionali, dall’altro possono indurre un cambiamento in positivo.
Superata la fase emergenziale caratterizzata quindi prevalentemente da risposte immediate, reattive, in cui occorre mettere tutte le forze disponibili in campo per poterla fronteggiare, la persona inizia a riflettere, inizia a raccogliere gli elementi psicologici che gli possano consentire di sopravvivere, di individuare idonee strategie di adattamento che gli consentano di riorganizzare il proprio futuro partendo dalla realtà così com’è e così come si è trasformata.
In questo modo prende forma la resilienza, dimensione psicologica della
«prontezza ad agire nonostante le difficoltà, i traumi ed i problemi della vita».
Grazie alla resilienza la persona riesce a cogliere nella crisi un’opportunità di crescita potendo riorganizzare la vita in rapporto a quanto successo.
Quale fattore dinamico e flessibile, la resilienza appare quindi come espressione di una personalità matura, in grado di operare scelte audaci in momenti difficili, di andare avanti nella vita, nonostante le difficoltà ed i problemi.
Le Aziende in questo senso devono essere attente alle esigenze dei propri dipendenti ed attivare quelle misure idonee a favorire il superamento, in positivo, di questo periodo emergenziale: il vantaggio sarà sia per l’Azienda che per l’individuo.
Devono poter cogliere in questo momento di crisi l’elemento di opportunità.
Università degli Studi di Napoli
Centro Interdisciplinare di Ricerca
La gestione dello stress in ambito lavorativo al tempo del covid-19 e le ricadute per il cittadino
WEBINAR FORMATIVO
LA SICUREZZA SUL LAVORO AL TEMPO DEL COVID-19
cosa cambia per i lavoratori, quali ricadute sul cittadino
Ferdinando Pellegrino, Psichiatra – Psicoterapeuta
Pellegrino F, La sindrome del burn-out, Centro Scientifico Editore, 2009. Nuova Edizione
Pellegrino F, Essere o non essere leader, Positive Press, Verona, 2012 Nuova Edizione
Pellegrino F, Non ho tempo per …. Come logora curare, operatori sanitari sotto stress, Mediserve, Napoli-Milano, 2015
Pellegrino F, Stress lavorativo, burn-out e risorse umane, Edizioni Medico Scientifiche, Torino, e-Book, 2015
Pellegrino F, Esposito G, Burn-out, mobbing e malattie da stress, Positive Press, Verona, 2019
Università degli Studi di Napoli
Centro Interdisciplinare di Ricerca
La gestione dello stress in ambito lavorativo al tempo del covid-19 e le ricadute per il cittadino
WEBINAR FORMATIVO
LA SICUREZZA SUL LAVORO AL TEMPO DEL COVID-19
cosa cambia per i lavoratori, quali ricadute sul cittadino
Ferdinando Pellegrino, Psichiatra – Psicoterapeuta