Presso il Centro Studi Psicosoma si è tenuto un incontro formativo di introduzione al Fitness Cognitivo Emotivo: Essere o non essere leader.
Il Dott. Ferdinando Pellegrino, Psichiatra e Psicoterapeuta - direttore del Centro ed autore di numerosissimi lavori scientifici su leadership, autostima, stress-lavoro correlato - ha spiegato alla nutrita platea i tratti significativi del fitness cognitivo emotivo e le sue grandi
potenzialità nel condurre gli individui all'autorealizzazione.
Il Dott. Pellegrino, ripercorrendo le tappe dei suoi studi scientifici in psicosomatica, ha incentrato la prima parte dell'incontro sul processo di evoluzione dell'individuo e sulla nascita del sé. L'infanzia è il momento in cui vengono a crearsi i cosiddetti "miti" ed è proprio il cambiamento e la "caduta dei miti" a segnare poi la nascita del sé. Nell'età adulta, una volta compresa la fallibilità dei miti dell'infanzia, viene a circoscriversi quella che è la nostra personalità.
L'individuo, durante il processo evolutivo, si confronta costantemente con il mondo circostante e continuamente si adatta alla realtà (epigenetica), grazie all'operato dei "geni interruttori". Il desiderio di rinnovamento non per forza crea un disagio ma stimola al cambiamento. La maturità coincide con la consapevolezza di se stessi e dei propri desideri, e l'inconscio delle persone sane, più che la scatola misteriosa immaginata da sempre, sembra invece coincidere proprio con la mancanza di consapevolezza. L'autoconsapevolezza è un aspetto fondamentale: non tutti però sono capaci di interrogarsi sul proprio modo di essere. Si pensi ad esempio a chi è affetto da alexitimia, la non capacità di focalizzare il proprio mondo emotivo. Tale disturbo può costituire la base di tante somatizzazioni (il mal di testa ad esempio può voler indicare il non affrontare i problemi).
L'individuo autoconsapevole ed intelligente si differenzia non per il suo Q.I., ma per l'utilizzo della sua intelligenza e per la sua capacità di non farsi "bloccare" dai paradigmi e dai modi di pensare "standardizzati" che minano l'intelligenza stessa.
Nella parte centrale dell'incontro, dopo il primo intervento del Dott. Pellegrino, sono stati trattati altri due aspetti altrettanto importanti nel percorso di fitness cognitivo emotivo volto all'autorealizzazione: l'aspetto della salute e quello dell'esercizio fisico.
A parlare di salute e di prevenzione è stato il Dott. Marcello Orio, Medico Internista e Direttore del Centro Medico Specialistico Orio di Salerno, il quale ha spiegato non solo l'evoluzione del concetto di "salute", intesa ancora oggi come bene primario, ma anche l'incidenza mondiale di patologie strettamente correlate allo stress e allo scorretto stile di vita. Quest'ultimo diventa il discrimine per debellare malattie come diabete, obesità, ipertensione, "diabesità". Attraverso una corretta nutrizione, conservando il modello della "dieta mediterranea", è possibile mantenere salute e longevità sulla base di evidenze medico-scientifiche. Fondamentale anche la continuità dei controlli, dunque la prevenzione.
Dario Rago, Personal Trainer, esperto in Medical Exercise e manager dell'Alexa Club di Pellezzano, è intervenuto sul ruolo cardine dell'esercizio fisico per il benessere fisico e mentale. Oggi tendiamo ad associare il benessere alla staticità di luoghi rilassanti (pensiamo alle spa) o ai trattamenti passivi subiti dal corpo (massaggi), ma in realtà il benessere non andrebbe dissociato da un'azione "positiva", dall'attività. L'inattività genera negli individui il fenomeno comunemente noto della "rana bollita": ci accorgiamo dei problemi causati dallo stress quando ormai è troppo tardi. Invece, integrare l'esercizio fisico nella nostra quotidianità, in maniera sempre crescente e senza inutili traumi (15 min al giorno per fare un esempio) e vincendo le scuse più comuni, ci proteggerebbe da numerose malattie e migliorerebbe efficacemente anche il nostro benessere mentale.
Dopo gli interventi sulla salute e sull'esercizio fisico, il Dott. Pellegrino ha ripreso il discorso sul fitness cognitivo emotivo, stavolta dedicandosi alle soluzioni che oggi si prospettano agli individui in cerca autorealizzazione.
Gli individui che hanno uno stile di vita non funzionale, quasi sempre presentano comportamenti autolesionistici (es. depressione) che in realtà sottendono un'incapacità di affrontare i problemi e le diverse situazioni.
Gli uomini sono da sempre orientati dai loro bisogni. Ai primordi dell'umanità questi bisogni erano esclusivamente quelli biologici della fame e della procreazione, ma con il tempo e l'evoluzione sono cambiati anche i meccanismi di insoddisfazione. Ora, la tensione continua verso obiettivi sostenibili, la voglia di rinnovarsi caratterizza l'individuo sano e sereno. La ricerca della "felicità" come situazione statica è paradossalmente preoccupante: meglio parlare di soddisfazione e serenità proprio in relazione al soddisfacimento degli obiettivi della vita, purché siano i propri (non decisi da altri) e dunque sostenibili.
Chi affronta i problemi ha davanti a sé due scelte: o affrontarli misurandosi con essi (brainstorming) o lamentarsi in maniera costante e persistente (blamestorming). Misurarsi con i problemi e porsi le giuste domande è la strada per risolverli.
Per molti la tendenza è invece quella di colpevolizzare gli altri per i propri problemi generando ansia propria ed ansia altrui. Quando poi ai nostri problemi lasciamo che si aggiungano anche quelli che gli altri ci affibbiano, la soluzione non può essere che "rispedirli al mittente".
Consapevolezza e serenità si affrontano attraverso un percorso costante, talvolta programmato e non slegato dallo studio e dall'approfondimento continuo. Anche il nostro grado di innovazione e la capacità di rimuovere i "blocchi mentali" che abbiamo in favore della creatività e dell'autonomia decisionale sono indicativi del nostro benessere mentale. I circuiti cerebrali, secondo la moderna "Teoria del Connettoma", sono assolutamente modificabili e si modificano come lo stile di vita. Una vera rivoluzione nelle neuroscienze che vede l'uomo sempre più disponibile all'evoluzione e al cambiamento. I processi consapevoli sono lenti, diversamente dalle scorciatoie dell'istinto.
Chi scopre questo meccanismo e impara a valutare la realtà circostante senza "paradigmi" ma per quella che è (cominciamo con l'ammettere che a volte il mondo è folle, anzi insensato), non dimenandosi di fronte ad accadimenti che non dipendono da lui, chi continua a progettare e a porsi nuovi e "propri obiettivi"... è un individuo sano ma soprattutto autoconsapevole, leader di se stesso.
Teresa Maddalo - Informa –– Ecologia del Benessere - 20 gennaio 2014