I disturbi del sonno racchiudono molte patologie, sia di origine primitiva, come l’insonnia e la ipersonnia primaria, che secondarie a patologie psichiche, come l’ansia e la depressione, o organiche, come alcune malattie neurologiche degenerative, o legate all’uso di sostanze medicamentose o d’abuso.
La sintomatologia principale dei disturbi può essere
caratterizzata da problemi di insonnia o di ipersonnia (le dissonnie) o da comportamenti anomali o da eventi fisiologici che si manifestano durante il sonno (le parasonnie), come il sonnambulismo o gli incubi notturni.
L’insonnia costituisce un problema comune in tutto il mondo: circa 1/3 della popolazione adulta riferisce di averla sperimentata per un breve periodo ed il 10-15% di essa è affetto da una insonnia cronica e con il progressivo invecchiamento della popolazione l’insonnia avrà un maggiore impatto sulla salute di un numero crescente di individui.
Secondo una recente indagine – condotta mediante interviste telefoniche standard su un campione rappresentativo della popolazione generale - l’insonnia è stata rilevata nel 37.2% degli intervistati in Francia ed Italia, nel 6.6% in Giappone e nel 27.1% negli USA.
Tra i principali sintomi riferiti dai pazienti vi era la difficoltà al mantenimento del sonno (73%), la difficoltà ad addormentarsi (61%) e la scarsa qualità del sonno (48%) con conseguente affaticamento diurno e ridotta capacità di concentrazione e attenzione.
Nonostante questi dati l’insonnia è una patologia sottovalutata e poco diagnosticata, vi è un generale disinteresse verso questa patologia sia da parte dei medici che dei pazienti che solo in piccola percentuale si rivolgono al proprio medico per chiedere aiuto; molte volte i pazienti tendono ad automedicarsi ricorrendo a modalità comportamentali – come l’assunzione di alcolici o di farmaci senza ausilio medico – che possono complicare ulteriormente il quadro clinico.
L’insonnia non diagnosticata e curata può presentare inoltre conseguenze rilevanti sull’individuo, può favorire l’insorgenza (o aumentarne la gravità) di molte patologie mediche e psichiatriche, che a loro volta contribuiscono a peggiorare la qualità del sonno; può inoltre compromettere il benessere complessivo della persona rendendola più vulnerabile allo stress, più facilmente esposta ad incidenti sul lavoro o stradali, meno efficiente ed efficace nella gestione del quotidiano.
L’insonnia è quindi un problema di salute pubblica le cui cause sono multifattoriali ed in molti casi da ricercare in fattori psicologici e sociali; i ritmi lavorativi, le nuove tecnologie (ad esempio trascorrere ore intere collegati ad internet), i conflitti relazionali e lavorativi e tutto ciò che impone l’adozione di stili di vita disfunzionali – come il fumo eccessivo di sigarette o l’abuso di alcol - sono infatti fattori capaci di alterare l’omeostasi dei principali meccanismi regolatori delle funzioni biologiche umane.
L’insonnia esprime quindi un disagio legato al mal-essere del quotidiano che si estrinseca sul piano clinico con la difficoltà ad iniziare o a mantenere il sonno, con un sonno non ristoratore che si ripercuote in modo significativo sul benessere del soggetto e sul suo livello di funzionamento individuale, familiare, lavorativo e sociale.
Molte patologie organiche e psichiche – che vanno individuate precocemente e trattate - possono essere alla base dell’insonnia, ma occorre sottolineare che se l’insonnia può essere transitoria, ovvero legata a condizioni di particolare stress, ad eventi della vita, a episodi acuti di malattia, essa tende a perseverare nel tempo, a diventare persistente, ad assumere carattere di cronicità. Insonnia, stile di vita e sindrome metabolica
Si dice che l’insonnia sia lo scotto che l’uomo moderno paghi per il ritmo di vita che conduce, per la difficoltà che ha nell’affrontare le vicende della vita, per la conflittualità intrapsichica e relazionale sempre crescente e per la notevole contrazione del tempo dedicato al riposo e al sonno.
Per molti aspetti si viene a delineare una condizione funzionale parafisiologica di iperarousal psicofisiologico che espone l’individuo ad un aumentato rischio di sviluppo di patologie psichiche ed organiche; viene cioè a concretizzarsi uno stato persistente ed abnorme di iperattivazione funzionale dei principali parametri biologici che pone l’individuo in un’area di rischio psicosomatico.
L’ipertensione arteriosa, l’ulcera gastrica, il diabete, la cardiopatia coronarica, l’ansia e la depressione sono esempi di patologie in cui i fattori psicosociali appaiono – insieme ad altri - come importanti fattori causali.
L’importanza che oggi si attribuisce allo stile di vita nasce quindi dalla considerazione che alcune modalità comportamentali - fumo di sigaretta, irritabilità, gioco d’azzardo, abuso di alcolici o uso di droghe, alimentazione scorretta, vita sedentaria – hanno conseguenze negative sul benessere dell’individuo; questo stile di vita è spesso correlato a una condizione di disagio psichico - come un nucleo depressivo e ansioso – non riconosciuta e canalizzata proprio sul versante comportamentale.
La sindrome metabolica, caratterizzata da obesità, di tipo centrale, iperglicemia a digiuno, ipertensione artesiosa, ipertrigliceridemia ed ipercolesterolemia - può essere considerata un esempio dell’intreccio tra disagio psichico, stile di vita e patologie organiche, in cui l’insonnia gioca spesso un ruolo importante; ciò per l’instaurarsi di complicanze respiratorie (sindrome da ipoventilazione dell’obeso e la sindrome delle apnee ostruttive del sonno) proprie dell’obesità e di altre complicanze legate al quadro clinico generale, nonché per la presenza di disturbi psichici in comorbidità.
L’approccio a tali pazienti deve pertanto essere globale e testimonia l’importanza per il clinico di non limitarsi al contenimento dei sintomi ma di farsi carico della persona, nei suoi aspetti fisici e psichici.
Per approfondire:
• Pellegrino F, L’approccio integrato ai disturbi mentali, Springer-Verlag, Milano, 2011