Ogni cambiamento intorno a noi crea tensione e preoccupazione, anche il cambiamento delle stagioni è fonte di ansia.
Ma come ci si difende? Come armonizzare il corpo e la mente al cambiamento?
Già ci si sente stanchi, annoiati, per ricaricarsi si aspetta la
Pasqua, si ha sempre poco tempo per pensare al proprio ben-essere. L’organismo vorrebbe riposare, i ritmi dovrebbero essere più lenti, arrivano i fiori e con i fiori le allergie, e per molti, è già forte il richiamo del mare.
Ma come ci si pone di fronte ai cambiamenti del tempo, al transito delle stagioni?
Gli esperti parlano di “metereopatia”, una sorta di sensibilità nei confronti delle modificazioni del tempo, e per alcuni soggetti si tratta di un vero problema. Con l’arrivare di alcune stagioni si acuiscono infatti alcuni mali, l’ulcera gastrica, l’artrosi, l’ansia; in particolare esistono, nell’ambito dei disturbi mentali, alcune malattie, e tra queste la depressione, che presentano una caratteristica stagionalità.
Non conosciamo bene cosa succede nel nostro organismo, ciò che è certo è che la nostra mente deve essere sempre più pronta ai cambiamenti, sempre più flessibile.
Il mondo intorno a noi cambia, cambiano le leggi, cambia il mondo del lavoro…cambia il nostro corpo, cambiano le nostre esigenze.
Ma, come “reggere” ai cambiamenti? Come affrontare i problemi della vita senza lasciarsi prendere dal panico? Come conservare una propria continuità storica?
Abbiamo gli strumenti psicologici per affrontare con grinta le difficoltà imposte dalla società? Abbiamo la possibilità di comprendere le nostre nuove esigenze?
In questo ci viene incontro la moderna psicologia, ed un rinnovato interesse nei confronti degli aspetti emotivi della persona.
Le emozioni spesso ci mettono in difficoltà, sono fonte di tensione, di incertezza, di noia, di rabbia, di stanchezza; la nostra intelligenza, “la razionalità” è infatti spesso condizionata dallo stato d’animo e dalle emozioni che ci caratterizzano.
Imparare a conoscere le nostre emozioni e a gestirle in modo appropriato è una valida strategia per affrontare con maggiore grinta le difficoltà della vita, gli esami, i problemi e tutto quanto ci preoccupa.
A parità di condizione i soggetti che hanno dimestichezza con le proprie emozioni, e che hanno imparato ad utilizzare l’intelligenza emotiva sono più bravi e vincenti nei confronti della vita.
Più che avere paura del nostro mondo emotivo, delle nostre ansie e paure, bisogna imparare a conoscerle; ogni difficoltà potrà così essere superata in modo ottimale.
Come si coltiva l’intelligenza emotiva? Come si impara ad utilizzarla al meglio?
Sono stati questi gli interrogativi di una ricerca promossa dall’Unità Operativa di Salute Mentale della Costa d’Amalfi e presentata all’VIII Convegno della Società Italiana di Psicopatologia (Roma, 2003).
L’obiettivo del progetto-ricerca, rivolto ad un gruppo di 453 ragazzi/e (di cui 273 femmine e 180 maschi) tra i 16 ed i 19 anni afferenti alle scuole medie superiori della Costiera Amalfitana, è stato quello di individuare i loro punti di forza rispetto alla capacità di gestire il cambiamento, ed in particolare la loro propensione all’utilizzo degli aspetti emotivi dell’intelligenza.
L’intelligenza emotiva pone l’accento sull’importanza della consapevolezza di sé, per attivare la comunicazione e le relazioni con gli altri.
Le abilità scolastiche e l’intelligenza accademica, non sempre infatti sono dei buoni indicatori di successo nella vita.
Per ottenere buoni risultati è necessario sviluppare anche l’intelligenza emotiva, intesa come la capacità di conoscere le emozioni e le attitudini proprie ed altrui e di saperle gestire in modo appropriato.
Ogni caratteristica fondamentale dell’intelligenza emotiva è presente in tutte le persone in misura maggiore o minore.
Conoscere a fondo i propri sentimenti e le proprie emozioni ci permette di gestirli invece di essere da questi gestiti; chi è consapevole dei propri sentimenti è quindi più sicuro riguardo alle decisioni personali ed in campo scolastico (o lavorativo) significa avere una buona capacità d’adattamento alle diverse situazioni e avere una mente flessibile. La ricerca, realizzata con un questionario di 18 domande, ha evidenziato una generale propensione dei ragazzi ad aprirsi al mondo, ad essere disposti ad accettare i cambiamenti, a reagire ad essi con grinta. Tuttavia appare evidente la necessità di favorire nei ragazzi (e anche negli adulti) le conoscenze psicologiche che possano essere utilizzate per gestire in modo ottimale le proprie risorse.In particolare dai dati si evince che il 95.5% degli intervistati vede in internet un grande canale di comunicazione e di contatto (80.5%), ma non manca chi ha paura e vive la “rete” come una trappola (14%). L’elevata percentuale (97%) di ragazzi che si incuriosisce ed entusiasma nella possibilità di avere un confronto con lingue e culture diverse contrasta con la percentuale più limitata (56.5%) che partirebbe senza esitazione per una vacanza-studio all’estero; per contro il 40.5% non riuscirebbe a decidere subito, ed ha bisogno di più tempo. Questa strategia di attesa appare evidente anche quando si chiede ai ragazzi se le idee e le soluzioni nuove elettrizzano: il 60% risponde molto, il 37 % abbastanza. Non sempre poi le sfide della vita sono vissute come una opportunità: lo sono “sempre” nel 48% dei casi, “qualche volta” nel 47.5%, ma il 9% risponde con un “mai”. Inoltre, solo 22% degli intervistati non si sente “mai” insicuro né si spaventa rispetto ai cambiamenti improvvisi, e trovandosi sotto pressione, magari in un altro Paese Europeo, avrebbe nel 40.5% dei casi “sempre fiducia” nella propria capacità di trovare la soluzione giusta. La ricerca in definitiva ha confermato le potenzialità offerte da un utilizzo ottimale ed integrato degli aspetti emotivi e razionali dell’intelligenza ed ha evidenziato come siano importanti – per tutte le età – implementare tali potenzialità. Soprattutto è importante, considerato che fino ad oggi è stata maggiormente stimolata la sola razionalità degli individui, stimolare lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.
Più in generale la persona che utilizza – ed arricchisce continuamente - l’intelligenza emotiva appare equilibrata, espansiva, meno vulnerabile rispetto a condizioni di disagio psichico, più assertiva e forte, capace di assumersi le proprie responsabilità e di sentirsi a proprio agio con se stessa e con gli altri, sia in condizioni normali che nell’affrontare i problemi e le sfide della vita. E’ infine, più creativa.
Per approfondire:
Casolari L, Pellegrino F, Il benessere psicosomatico, Positive Press, Verona, 2004
Pellegrino F, Essere o non essere leader, Positive Press, Verona, 2003
Toscano A, Vitale T, Concilio L, Pellegrino F, I giovani e l’Europa, Italian Journal of Psychopathology, marzo 2003