IL CORONAVIRUS: UN CIGNO NERO?

Ansia sociale? Imprevedibilità dell’evento? Rarità dell’evento o ricorso storico? Impatto enorme sulla società? Si poteva fare qualcosa prima?
<<C’è chi pensa che il mondo in cui viviamo sia più comprensibile, più spiegabile e quindi più prevedibile di quanto non sia effettivamente>>, scrive Nassim Nicholas Taleb nel suo "Il cigno nero".

coronavirus e ansia sociale

            Com’è possibile che tutte le certezze sfumino in pochi attimi? Nell’era della scienza, come si può giustificare che un virus possa vanificare tutto ed accrescere le angosce dell’esistenza umana?
Tutte le certezze svaniscono. Era prevedibile? Con il senno del poi tutti diventano scienziati e nel ricostruire gli eventi si va a caccia dell’errore, di ciò che non è stato fatto per prevedere l’arrivo del … cigno nero!
In realtà è l’incertezza il vero protagonista della storia.
E’ facile osservare l’uomo in situazioni di certezza e di tranquillità; ma, cosa accade quando questo stesso uomo si trova a dover far fronte agli imprevisti? Cosa accade quando deve prendere delle decisioni in un momento di forte incertezza?
E’ vero. E lo vediamo tutti i giorni. L’evento raro – bello o brutto che sia – equivale all’incertezza. E ciò dimostra la nostra cecità al caso… pensiamo che tutto possa essere gestito e che tutto possa e debba essere prevedibile.
Non è così. La storia ce lo insegna.
Per farsi un’idea della stabilità di una persona e di un popolo occorre osservarlo quando si trova ad affrontare circostanze difficili, non quando tutto va bene. Non è facile prendere decisioni in un momento di incertezza.
Evidentemente dobbiamo fare i conti con l’incertezza della vita. Ed indubbiamente tutto ciò che accade intorno a noi ci dimostra che l’unica certezza della vita è l’incertezza, che diventa l’oggetto primario della forza dell’uomo.
E’ tanto più forte chi proprio nell’incertezza riesce a mantenere la calma, a capire come può riorganizzarsi, come può mettere in essere le giuste strategie per avere il controllo della situazione.
Il cigno nero insegna una sola verità: non è tanto ciò che accade a scrivere il destino dell’uomo ma la sua capacità di agire in un determinato modo, piuttosto che arrendersi o lasciarsi prendere dall’ansia.
La verità è anche un’altra.
L’ansia sociale è molto elevata. Nonostante le tante certezze e i livelli di benessere raggiunti si assiste a un innalzamento dei livelli di ansia basale: l’uomo si sente meno sicuro, ha più paura, mette in essere comportamenti sempre bizzarri per potersi sentire più sicuro, ricorre a tanti stratagemmi – si pensi all’uso smodato di integratori – nella speranza di avere più forza e vitalità.
In realtà occorre riconsiderare il bisogno primario dell’uomo: il sentirsi sicuro.
E certamente quanto accade nel mondo non è rassicurante.
Ecco perché il coronavirus spaventa molto, ecco perché non è facile assumere decisioni tranquillizzanti, ecco perché le ansie sociali sono sempre più elevate, ecco perché l’angoscia esistenziale è destinata a essere sempre più profonda.
L’ansia è accettabile entro certi limiti, superati i quali l’uomo va in crisi.
Questo limite è soggettivo, e ognuno utilizza al meglio le proprie risorse.
Ma quando l’ansia è associata all’incertezza, alla impossibilità di avere il controllo della situazione, diventa insostenibile ed angosciante per tutti.
Il coronavirus diventa in questo modo un banco di prova. Vedremo.

(Immagine modificata - Fonte immagine originale del coronavirus COVID-19: Centers for Disease Control and Prevention's Public Health Image Library (PHIL)