PSICOLOGIA DELL'AMORE

L’amore e il sesso sono costantemente al centro dell’interesse dello psichiatra perché nella pratica clinica molti problemi sono riconducibili ad una psicopatologia dell’amore e della sessualità i cui confini con la normalità non sono sempre e comunque ben definiti e definibili. Il

psicologia e psicopatologia dell'amore vecchio dilemma che da sempre anima le discussioni riguarda l’equivalenza o meno dell’amore con la sessualità.
Si può amare una persona senza avere con lei rapporti sessuali? E’ possibile avere rapporti sessuali senza amore? In che misura amore e sesso possono essere vissuti distintamente? O meglio, è possibile avere una vera sessualità non fondata sull’amore?
E l’amore può giustificare ogni comportamento umano, anche quanto tende a compromettere l’interesse generale di una persona? Per amore è possibile e giustificato perdere di vista gli interessi generali della vita? Fino a che punto l’amore può compromettere la razionalità di una persona?
L’esperienza comune ci fa osservare che ogni tipologia di rapporto ha una sua identità ed un contesto in cui si realizza; la sessualità il più delle volte si esprime nel contesto di una relazione d’amore, ma ciò non costituisce una regola generale, è anzi anche vero che l’espressività sessuale può essere avulsa da qualsiasi contesto relazionale e affettivo.
Il vero problema consiste allora nel definire l’amore e la sessualità e nel comprendere cosa queste due dimensioni del vivere significano per l’individuo.
In senso generale l’amore esprime la capacità di un individuo di essere attento alle esigenze e ai bisogni dell’altro, esprime il senso di protezione e di preoccupazione per l’altro ed è piena assunzione di responsabilità in quanto il fine ultimo è la realizzazione del valore personologico dell’altro (il “prendersi-cura-di”).
L’amore così inteso prescinde dalla gratificazione sessuale immediata: è passione e desiderio, è un confronto paritario tra due persone che si affrontano e confrontano con attese e speranze, ben oltre la sfera sessuale; l’amore tuttavia ha molto a che vedere con il sesso e spesso nelle dinamiche di coppie la sessualità inespressa o disattesa diventa motivo di conflitto.
Le situazioni possono tuttavia essere variegate e non sempre di facile comprensione; vi sono coppie che vivono la sessualità in modo vivace ed intenso, ma che nella vita quotidiana hanno un rapporto altamente conflittuale, altre che pur condividendo un’esperienza affettiva intensa, si riscoprono fragili e asettici nell’espressività sessuale, fino ai cosiddetti “matrimoni bianchi” in cui vi è una completa asessualità.
I diversi piani relazionali, sia personali che di coppia, non sempre si sovrappongono e le divergenze spesso sono particolarmente accentuate. Il sesso può essere motivo di riappacificazione ma anche di ricatto psicologico, tentativo punitivo rispetto a conflittualità legate ai problemi della vita quotidiana, ma anche modalità ricompensativa e riparatoria.
Dinamiche variegate e non sempre di facile interpretazione le ritroviamo infatti nella pratica clinica, ove le distorsioni emergono con maggiore facilità aiutandoci a comprendere la complessità delle problematiche.
E’ difficile comprendere cosa succede nella vita di tutti i giorni e tentare di interpretare in modo corretto e senza esprimere giudizi; non esiste una coppia ideale, così come invece esistono intrecci di relazioni e affetti difficili da comprendere.
Molti disturbi dello spettro ansioso-depressivo nascono all’interno delle famiglie, e soprattutto nella relazione di coppia; come clinici vediamo l’esito invalidante di alcune storie, i tormenti personali e delle coppie, le tante vicende della vita che talvolta possono sembrare grottesche ma che rivelano la complessità di certe problematiche e rivelano anche come amore e sessualità siano da sempre motivo di preoccupazione per l’uomo.
La vita adulta è frutto delle esperienze primordiali, delle relazioni genitoriali e delle relazioni importanti che si incontrano crescendo, del rapporto che si ha con se stessi e con il proprio corpo, del grado di autostima e di accettazione del proprio essere e della sana propensione alla relazione. Spesso in età adulta persistono i riferimenti genitoriali, che si estrinsecano nel bisogno coatto di protezione e di attaccamento, di dipendenza.
La complessità della vita amorosa e sessuale è quindi legata a numerose variabili, ed in particolare alle caratteristiche di personalità degli individui che, pur nell’ambito della normalità, presentano un diverso modo di relazionarsi con se stessi e con gli altri.
Tipico esempio è il dongiovannismo, espressione di una personalità fragile, tesa alla incessante ed ossessionante ricerca di conferme, da cui la necessità della messa in atto di un comportamento seduttivo di chi conquista un numero sempre maggiore di donne.
Alla base di questo comportamento vi è un narcisismo, una evidente carenza ablativa in cui non vi può essere il riconoscimento dell’altro né una piena assunzione di responsabilità: dalla prima cotta tra adolescenti agli amori adulti, il narcisista affronta le esperienze sentimentali cercando sempre nel partner una conferma della propria autostima (lo specchio di narciso). La vita affettiva è fatta di rapporti superficiali, appena allacciati, gratificanti al momento ma che pesano se durano troppo a lungo, quasi un terrore dell’intimità, una vera difficoltà ad instaurare un rapporto profondo, di vero amore con un’altra persona. Libera scelta o patologia?
Altro esempio di frequente osservazione è dato dalla personalità isterica.
Nell’isteria, madre della condotta egocentrica, vi è la consacrazione dell’egocentrismo e della teatralità, spesso correlata ad impotenza e frigidità.
L’insicurezza che ne deriva vuole essere compensata da un desiderio di centralità nelle relazioni, senza avere un rapporto di amore profondo.
Anche qui la superficialità della vita affettiva è legata al desiderio – tipico dell’isteria - di possedere l’altro, di essere al centro dell’attenzione e di temere in ogni istante di perdere il potere di controllo della relazione.
L’amore e la sessualità sono dimensioni profonde dell’essere umano e la loro importanza nell’equilibrio soggettivo è ampiamente provata; molte sofferenze e forme di disagio psicologico nascono dall’incapacità di gestire le relazioni amorose e sessuali in modo adeguato e la pratica clinica mi riporta a tante altre vicende che confermano questa affermazione.
All’interno delle famiglie, o nelle relazioni di coppia, le variabili in gioco sono molteplici e nell’affrontare le situazioni difficili occorre conoscere a fondo il contesto i cui si intende operare.
Esiste quindi una psicopatologia dell’intimità ancora poco conosciuta e strettamente legata alle caratteristiche di personalità dei partner ed in cui un ruolo fondamentale è giocato dal loro livello di dipendenza-indipendenza.
Una eccessiva interdipendenza può essere fonte di disagio in quanto vi può essere una confusione di ruoli ed una riduzione dell’autonomia del singolo, elemento sempre positivo nell’ambito di un rapporto di coppia; l’interdipendenza – se eccessiva - può limitare la creatività e generare frustrazione, ma se contenuta e vissuta con senso di responsabilità e di rispetto diventa un forte collante per la coppia.
Nelle forme esasperate di interdipendenza si può assistere a risvegli – a ciel sereno – di forme di aggressività che pongono la coppia in una grave situazione di crisi.
Nella dipendenza a senso unico acquista invece un significato peculiare la mancanza di autonomia di uno dei due partner che genera insicurezza, diventa spesso il punto di partenza per forme di gelosia esasperanti e di crisi coniugali; ma in molti casi la dipendenza, vissuta come accettazione passiva del rapporto, attenua, almeno in modo superficiale, gli attriti e garantisce un’apparente armonia di coppia, un equilibrio che può persistere anche a lungo e per tutta la durata del rapporto, tipico è l’esempio della donna che accetta di vivere con un marito alcolista subendone le conseguenze per tutta la vita.
Nell’ambito delle diverse tipologie di coppie viene a trovare spazio la gelosia, vero scacco della coppia; qui si confonde l’infedeltà constatata con il legittimo timore dell’infedeltà in una dinamica psicologica di possessività e ossessività.
Il geloso deve possedere tutto, anche il passato, ed il futuro è già attuale, è già nella memoria (dimensione paranoicale); la gelosia rivela una forte insicurezza ed immaturità della persona ed è alla base di molte crisi coniugali, di forti esasperazioni in cui prevale l’emotività sulla razionalità, lasciando minimi spazi alla sana contrattazione.
Nei casi estremi, e comunque con una rilevante frequenza, la gelosia può assumere, soprattutto dopo i quarant’anni, dimensioni deliranti con gravi ripercussioni a livello individuale e familiare.
Per una riflessione in margine alla psicopatologia dell’amore e della sessualità, occorre invece riflettere sulle diverse modulazioni dell’affettività, laddove l’amore si fonde e confonde con una passionalità che supera i confini della normalità.
Esiste una vera patologia dello stato passionale in cui l’emotività prende il sopravvento senza lasciare spazio alla realtà, fino a creare situazioni inverosimili, in cui è manifesto un vero fallimento dell’intelligenza.
Alcuni moti d’animo sono naturalmente fisiologici e servono all’individuo per potersi innamorare; nell’innamoramento, infatti, partendo da infinitesimi dati della realtà (uno sguardo, un pensiero…) si arriva ad intuire l’essenza vera dell’Altro (il cosiddetto colpo di fulmine), a capire, in pochi istanti che l’Altro è la persona giusta.
E’ una bella esperienza che può ricorrere più volte nel corso della vita ma che richiede sempre un progressivo ridimensionamento e riaggiustamento in termini psicologici che consentano l’acquisizione di un maggiore equilibrio psicologico e l’assunzione di specifiche responsabilità, nel rispetto di una economia personale che consideri tutti gli aspetti della vita.
Nel delirio amoroso, che possiamo definire come una abnorme persistenza della fase di innamoramento (“il perdere la testa”), vi è già una franca connotazione di patologia con presenza di una ideazione prevalente rispetto all’oggetto d’amore e una scarsa accessibilità alla critica: in tale condizione si può essere capaci di tutto, si possono prendere decisioni fallimentari, abbandonare la moglie, il marito o i figli, compromettere l’attività lavorativa.
Non si vuole in questa sede generalizzare né operare giudizi rispetto a situazioni che nella vita possono occorrere a chiunque; i criteri che definiscono la psicologia e la psicopatologia dell’amore sono labili, non obiettivi, e certamente discutibili.
Psicologia e psicopatologia dell’amore si intrecciano quindi inevitabilmente; le riflessioni proposte nascono da considerazioni cliniche che invitano a riflettere per individuare quei campanelli d’allarme che possono aiutare a codificare precocemente segnali di disagio o di sofferenza, per favorire una maggiore e migliore consapevolezza dell’individuo rispetto alla vita sessuale e affettiva.

 

Per approfondire:
Pellegrino F., Psicopatologie emergenti, Mediserve, Milano-Firenze-Napoli, 2007