Risvegliare le emozioni – e con le emozioni i ricordi – è l’avvincente scenario che si prospetta a chi si ritrova ad osservare i quadri di Sceral: ma non solo il risveglio delle emozioni, anche la consapevolezza del presente, consapevolezza come razionalità, come capacità di comprendere le ragioni del proprio essere in
contrapposizione all’inconscio. Emozioni e pensieri razionali che si rincorrono, si spingono, si contrappongono, ma solo nella nevrosi, laddove non vi è sinergia, chiarezza, ma solo confusione, imbrigliamento, costrittività ed inerzia.
La mente, nei suoi aspetti cognitivi ed emotivi, si apre a scenari nuovi, rivendica la sua autonomia e si propone come la vera fonte dell’autoconsapevolezza.
Esplorare il passato, saggiare il presente, immaginare il futuro: nei quadri di Sceral ritroviamo la sintesi di ciò che oggi appare una conquista, il pensiero del positivo che si contrappone al pensiero dell’inconscio e del patologico.
L’esplorazione del passato – il ricordo del tempo trasformato - consente all’uomo di rinarrare la sua storia, di risvegliare i ricordi e riviverli con la mente di oggi; ripercorrere la propria storia – rivivere il passato – ha un senso fondamentale per l’uomo.
Molti disagi psicologici nascono nella storia dell’individuo, nei suoi rapporti con le figure genitoriali, nelle sue prime esperienze, relazioni, affetti, avventure, ma anche traumi, violenze, paure, insuccessi.
Un passato che può pesare sulla storia presente in quanto non elaborato, confuso, con immagini che si sovrappongono e che non appaiono nitide; questo passato non ricostruito rimane la fonte principale del disagio, un peso che l’individuo può portare con sé per tutta la vita.
Immaginiamo allora il passato, la sovrapposizione delle immagini, impariamo a dare un nome ai volti, una storia alle immagini, impariamo a mettere a fuoco ciò che non si riesce a leggere, a razionalizzare le emozioni.
E’ un’avventura stupenda, dolorosa per certi aspetti, ma rigeneratrice e fonte di soddisfazione; rinarrare la propria storia serve a riprendere la consapevolezza del proprio essere, a rileggere la propria storia attribuendo un significato emotivo e cognitivo ben preciso, a ricollocare nella mente e nella giusta dimensione anche i ricordi più brutti, quelli che ci hanno ferito affinché possano essi stessi diventare fonte di serenità.
L’esplorazione del passato è molto utilizzata nella terapia psicologica e ben si concilia con la dimensione proposta dall’arte; anzi è proprio il contatto con l’arte – con un quadro, una foto, un libro -, che può aiutare la persona a rievocare le immagini del proprio passato.
L’arte è creazione, invenzione, creatività, emozione, pensiero logico, è espressione dell’uomo; il significato terapeutico dell’arte trova la sua ragione nei processi di proiezione ed identificazione: nel dipinto proietto le mie ansie, le rivivo, mi identifico con le immagini.
Nascono tante associazioni d’idee, tante altre immagini che vanno a sollecitare la memoria e con la memoria il pensiero.
Questo processo diventa terapeutico, rigenerante e chiarificatore.
In quest’ottica la narrazione del passato diventa un perno fondamentale per la crescita dell’individuo; lo sforzo continuo di ridare nitidezza alle immagini sfuocate assume il significato di “dare colore (ragione)” alle emozioni, dinamica rigeneratrice.
Le ferite invisibili assumono così senso e significato ed anche se testimoniano abusi e violenza, trascuratezza e mancanza di affetto, possono rappresentare l’occasione per riacquistare le opportunità perdute, per rivitalizzare ciò che è stato mortificato.
Saggiare il presente vuol dire provare, cercare di conoscere la natura, avere l’idea della rappresentazione mentale della realtà in modo da poterla confrontare con la vera realtà.
Le immagini di Sceral rappresentano l’uomo imbrigliato da pesanti sovrastrutture, ingombranti e deformanti: sono gli ingranaggi in cui viviamo e di cui siamo vittime inconsapevoli.
Quanto tempo abbiamo per noi stessi?
Quanto tempo trascorriamo per riflettere?
Quante delle nostre scelte sono libere?
Siamo in grado di operare delle scelte personali o forse gli ingranaggi rappresentano un percorso obbligato, senza ritorno?
C’è una speranza: si può ancora guardare in avanti! Ma si è in grado di riflettere su se stesso e di confrontarsi con la realtà in modo costruttivo?
Negli ultimi decenni una delle scoperte più interessanti in ambito psicologico è il riconoscimento del ruolo del cervello sociale, ovvero la base biologica delle relazioni, della comunicazione, del rapporto uomo-uomo, uomo-ambiente.
Il potersi rispecchiare nell’altro da sé rafforza la propria identità e favorisce l’instaurarsi di relazioni sane, solide e rivitalizzanti; tale forza relazionale prende corpo anche di fronte ad un quadro che diventa una preziosa fonte di riflessione, base dell’autoconsapevolezza.
Ed è nel presente che nasce la persona nuova, che lo sguardo si rivitalizza per dare senso e significato alla realtà; è nel presente che l’uomo deve ritrovare se stesso e la gioia di vivere, la serenità anche nei momenti difficili.
La rappresentazione della realtà viene a concretizzarsi nel reale, che non è più l’immaginario, ma è presa di coscienza di un presente che distrae verso una realtà in cui la presenza del Sé è piena, concreta, forte.
Tale presenza rappresenta la forza dell’Io, la consapevolezza dell’essere.
Esplorato il passato, saggiato il presente, la mente può finalmente immaginare il futuro; l’immaginazione consente la progettualità futura, il voler essere, il voler anticipare ciò che sarà. La forza dell’immaginazione esprime la potenzialità dell’essere, i suoi desideri, i suoi sogni, le sue mete. Senza immaginazione non è possibile aprirsi a nuove opportunità, il presente diventa stagnante e privo di dinamico.
Credere nell’isola che non c’è offre speranza e crea motivazione, diventa lo slancio vitale che muove lo spirito verso le conquiste future.
Nei dipinti di Sceral la speranza rivive nelle immagini sfuocate e nell’indefinito che lascia spazio a diverse interpretazioni; l’opportunità è quella di proiettare i propri sogni nel futuro, nel vederli prendere corpo, nel vederli concretizzati.
In questo slancio verso il futuro vi è la ragione di vita dell’individuo che ha ritrovato se stesso nel presente e che ora vuole rinnovarsi e crescere: la condivisione di questo viaggio è il cuore di tutte le relazioni, è la fonte del proprio ben-essere.
Immagine: Reviviscenza di un tramonto, 2008, olio su tavola, cm 73x107 - Pubblicato in Reviviscenze, catalogo delle Opere di Lavinio Sceral